D’accordo che il futuro non è più quello di una volta, ma a suon di studiare il comportamento dei consumatori, al marketing operativo è andato in pappa il cervello. Proprio così, in pappa il cervello. Tra una risonanza magnetica e un’analisi delle feci, si sta studiando se alle sollecitazioni esterne in grado di stimolare un’emozione, quali immagini, spot e suoni, risponda prima il cervello o l’intestino. In buona sostanza per vendere un prodotto, dunque anche un articolo promozionale, gli uffici commerciali e pubblicitari stanno cercando di capire se sia il caso di parlare alla mente o all’apparato digerente delle persone.
Se dunque pensavate che alcune scelte fossero di cuore, mettetevelo pure in pace…ad oggi è più facile che vi aiuti il pancreas nello scegliere il gadget giusto!
Partiamo dall’inizio, anno 2003, nasce il neuro-marketing. Che la cosa non fosse semplice lo si era capito già in partenza, non è chiaro se sia una branca della psicologia applicata o della neuro-economia, probabilmente è la stessa cosa. A coniarne il termine è stato Ale Smidts, professore di Marketing research all’università di Rotterdam. Smidts definì così quell’insieme di ricerche che indagano l’impatto del marketing e della pubblicità sulla mente dei consumatori. In buona sostanza, cosa genera nel cervello la visione di immagini e loghi commerciali, e come questa reazione generi l’emozione. Attraverso lo studio del cervello, il neuro-marketing mira a valutare l’efficacia comunicativa di un prodotto. E per studiare questa interazione, impiega le risonanze magnetiche.
Tra i reparti ospedalieri utili agli uffici commerciali, c’è però anche la gastroenterologia. Recente è infatti la notizia sulle interazioni tra i batteri intestinali e le regioni del cervello che gestiscono gli stati d’animo. E’ dunque in corso uno studio per capire cosa determina, dentro di noi, se una pubblicità è da batticuore o da latte alle ginocchia. Se è il cervello a determinare o l’intestino a suggerire.
Ad individuare le specifiche del microbioma in grado di emozionarci ci ha pensato l’Università della California, con uno studio presentato sul Phychosomatic medicine: Journal of behavioral medicine. Si tratta di una ricerca condotta sui campioni fecali e le risonanze magnetiche di 40 donne, portata avanti per stabilire una correlazione tra la presenza di determinati batteri nell’intestino e la reazione a determinati stimoli emotivi.
Il risultato ottenuto evidenzia e certifica l’interazione tra cervello e intestino, ma quel che resta da capire, secondo l’Università della California, è chi influisce per primo e determina l’altro.
Questa è la nostra soluzione: concretezza e valore. Con Internet, la velocità di accesso alle informazioni, e opinioni, su prodotti, costi e materie prime, misto allo stress da pubblicità ripetitiva e martellante da ultimo trentennio, ha creato nuova consapevolezza negli acquisti e nelle decisioni. Il ritorno alla promozione di un valore, all’orgoglio di un prezzo magari più alto, ma a fronte di un risparmio meno immediato dato dalla qualità del prodotto e dei materiali.
A prescindere dal fatto che siano stomaco o cervello a decidere, l’oggetto semplice e utile ha sempre stimolato emozione. Ecco i gadget personalizzabili con cui non si sbaglia mai, gadget graditi da pancia e testa. Uno dei più venduti è il lanyard, con fibbia sganciabile. Dopo il boom iniziale trainato dalle fiere, questo portachiavi con fibbia ha resistito al passo dei tempi per la sua comodità. Si trova facilmente in borsa ed è pratico per via della fibbia che permette di tenere al collo il laccio, liberandolo da badge o chiavi al momento dell’uso.
Gadget funzionale e spesso indispensabile è l’occhiale da lettura Opto. Un gadget è utile se si fa trovare pronto al momento giusto, e Opto svetta sottile su scrivania o tavola con la sua forma pratica e poco ingombrante.
Una soluzione furba al caos del “dov’è il mio caricabatterie?” arriva dal caricatore multipresa USB Intelligente XXL: un attacco alla rete elettrica e cinque porte USB per altrettanti device. Il suo sistema di ricarica intelligente, adatta automaticamente la potenza del caricatore all’apparecchio per una ricarica rapida e ottimale. A sera mette in pace tutta la famiglia e di giorno un paio di scrivanie.
Un altro gadget da “momento giusto” è la Mini livella con portachiavi. Basta un’occasione per amare il marchio impresso sopra per sempre. Mettere in linea un quadro, un tavolo o altro arredo è azione anche frequente, ma assai più rara la presenza a portata di mano di uno strumento che possa aiutare nel farlo bene. Questo è uno dei valori che può trasmettere: ti aiutiamo a fare bene una cosa. E non serve il cervello per capirlo, tanto meno lo stomaco.
In ultimo, il gadget per eccellenza, quello di cui si possono vedere vasi pieni fino all’orlo negli uffici. La penna. Questa è made in Italy, si chiama e-Venti Black Erga. Le penne che vedete nel vaso sono tutte finite, perché la pena a sfera serve sempre, come ogni buon gadget. Come ogni buon prodotto!